Come sarà il Betting Exchange in Italia

Il Betting Exchange è una modalità di scommessa che esiste dal 2000, quando in Gran Bretagna due amici fondarono Betfair e diedero inizio ad una nuova realtà imprenditoriale, sino a quel tempo impensabile, che univa in maniera indissolubile il “mondo delle scommesse” con i mercati finanziari. Questo nuovo sistema si è imposto sulla scena mondiale con delle regole ben definite, che ne ha decretato il successo.

 In Italia, il decreto legge n. 47 che regolarizza il Betting Exchange, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 9 maggio 2013, impone delle regole per precise a cui tutti gli operatori autorizzati al gioco a distanza da AAMS devono sottostare per offrire il prodotto in Italia. 

Esaminiamo adesso quali sono i punti salienti della regolamentazione imposta dal decreto legge e quindi come sarà il Betting Exchange in Italia, e come si differenzierà dal Betting Exchange classico, quello per intenderci di Betfair e Betdaq.

La prima considerazione importante da fare sul decreto riguarda la problema della liquidità del betting exchange in italia, che potrebbe influire inizialmente sull’ esplosione del Betting Exchange in Italia, confinandolo a prodotto di nicchia.
Il decreto vieta di creare un network di piattaforme tra i vari concessionari: ogni operatore autorizzato AAMS può avere un’ unica liquidità fornita dai propri clienti residenti in Italia. E’ vietata di conseguenza la liquidità comune, cioè il collegamento con le altre piattaforme europee.

Con questa limitazione, in Italia si creeranno una moltitudine di piattaforme di Betting Exchange con una liquidità indipendente, costringendo i clienti a rivolgersi ad un’ unica piattaforma per fare per esempio il trading in modalità live o un determinato sport (calcio, tennis, etc.). Per operare con successo, e con un basso grado di rischio è necessario avere una discreta liquidità nei book , altrimenti non si avrebbe la scommessa da abbinare al giusto fair value.

Il successo del Betting Exchange in Italia verrà decretato quando il legislatore, modificando le norme iniziali, permetterà il network tra le piattaforme e soprattutto la liquidità comune europea: a quel punto non sarà più un prodotto di nicchia, ma un prodotto di massa che cambierà il modo di scommettere e di fare trading in Italia.
I mercati disponibili nel Betting Exchange saranno solamente quelli del palinsesto AAMS, quindi tutti quelli per cui è possibile scommettere già ora in Italia, comprese le novelty bets (scommesse su eventi di cultura, spettacolo, politica) approvate recentemente. E’ esclusa l’ ippica, che è il mercato principale per volumi scambiati su Betfair e Betdaq. Niente ippica quindi inizialmente nel betting exchange!
L’ importo minimo della scommessa è di 0,50 centesimi di euro e i suoi multipli e non si potrà vincere più di 10.000 euro in un'unica operazione. Per questo motivo le piattaforme di Betting Exchange dovranno avere dei filtri particolari per impedire una vincita superiore e limitare di conseguenza la responsabilità della bancata.


Le scommesse saranno esclusivamente singole su eventi sportivi e quindi non sarà possibile bancare le multiple, cosi come avviene in Betfair.com.
In Betfair.com si possono bancare le multiple su alcuni mercati dove Betfair, tramite un software di gestione del rischio, crea scommesse sintetiche, dove le quote sono più svantaggiose rispetto a quelle del Betting Exchange tradizionale.

Buona notizia, si fa per dire, arriva dalla questione delle commissioni massime che l’ operatore autorizzato AAMS, titolare della piattaforma di Betting Exchange, può addebitare al cliente: le commissioni massime sono del 10% sui profitti realizzati. Sicuramente le commissioni applicate saranno inferiori, e si attesteranno a quelle classiche a livello mondiale, che sono del 5% e vanno a decrescere all’ aumentare dell’ operatività del cliente. Si paga solo se si ha un profitto! Esempio: se alla conclusione di un mercato, il cliente realizza un utile di 100 euro, pagherà all’ operatore 5 euro come commissione e i restanti 95 euro sono utile netto che il cliente potrà spendere subito come meglio crede. Se il cliente perde 100 euro invece non pagherà nessuna commissione. In questo modo, chi fà trading, potrà entrare ed uscire continuamente dal mercato senza pagare nessuna commissione.

Le tasse governative sul Betting Exchange sono del 20%, non calcolate sulla raccolta (ne avrebbe impedito il successo) dell’ operatore, ma sul profitto lordo generato dal cliente su ogni singola operazione. Non si pagano tasse sulle perdite. Quindi se in un determinato mercato, lo scommettitore realizza un profitto di 100 euro, l’ operatore autorizzato preleverà la commissione di negoziazione (esempio il 5% ) di 5 euro dal conto del cliente: su questi 5 euro l’ operatore, in qualità di sostituto d’ imposta, accantonerà il 20% di tasse governative, cioè 1 euro che pagherà allo Stato. Il cliente così ha assolto i suoi obblighi fiscali, e non dovrà fare più dichiarazioni fiscali di nessun genere.  

 

Gianluca Landi

L'ing. Gianluca Landi è sport trader dal 2007 e online con il primo sito e corsi di trading sportivo dal 2012. Autore bestseller Amazon e fondatore di ScoreTrend.

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